Il vino dei vini

Storia del Falerno, dall'ager falernus fino alla DOC del 1989

Che fosse puro o diluito, il Falerno era senza ombra di dubbio il vino migliore che si potesse bere. Tale lo consideravano perlomeno i Romani, esperti coltivatori e bevitori.

 

Nel mondo romano, si era soliti bere vino durante ogni fase del pasto, sotto lo sguardo attento del rex convivii o arbiter bibendi, una sorta di esperto che suggeriva non solo quanto si dovesse bere, ma anche le proporzioni acqua-vino e l’ordine da seguire. Soprattutto nelle tradizionali fasi della gustatio – una sorta d’antipasto, durante il quale si serviva un vino misto a miele, il mulsum – e della commissatio, il brindisi, si svuotavano tante coppe quante erano le lettere che componevano il nome dell’amata. Si brindava poi ai successi militari, alla salute, alle prodezze amorose: ciò dimostra come il vino occupasse una parte importante della mensa della latinità antica, sebbene fosse sempre misto a qualche altra sostanza – il vino puro, infatti, aveva soltanto una funzione medicale o sacrificale.

prodotti tipici campania

L’Ager Falernus

I Romani avevano presto capito che l’Italia, con i suoi dolci declivi e il clima mite, era il luogo perfetto per la coltivazione della vite. O almeno, avevano individuato delle zone dove la produzione era pressoché ottimale, come il cosiddetto ager falernus, un’area che oggi corrisponde alla parte più settentrionale della Campania, e che un tempo era estremamente fertile. Si tratta infatti di una zona, oggi come allora, a vocazione prettamente agricola, apprezzata per l’abbondanza dei campi di grano e dei frutteti, ma, soprattutto, per quel vino tanto decantato dai grandi poeti – Virgilio, Orazio, Catullo, Cicerone, Marziale. Il vino falerno, declinato nelle varietà di Faustianum – dal nome di un villaggio della zona, collocabile nell’attuale territorio di Falciano del Massico, nei pressi del Lago di Falciano – il Caucinum – prodotto nella zona collinare di Casale di Carinola – e il falerno generico, proveniente dai vitigni della pianura, era di colore giallo e migliorava con il tempo. Secondo Marziale, quando diventava fuscus, ovvero dopo almeno quindici anni, era pressoché perfetto; Orazio lo definisce «asciutto, focoso e forte», e Petronio, nel Satyricon, fa sì che Trimalchione, per ostentare la propria ricchezza, ne serva uno vecchio di cento anni.

lago di falciano campania

Il Lago di Falciano, foto via

Aceto

In realtà, nell’antichità, conservare il vino non era così facile. I Greci erano soliti mescolarlo all’argilla, al marmo, al sale o addirittura all’acqua di mare. Era proprio quest’ultima caratteristica che permetteva di identificare il vino greco, pure diffuso a Roma: ne parlano infatti Columella e Plinio, il quale esplica anche le tecniche diffuse presso i Romani. Questi erano soliti conciare il vino con la pece, con la resina o con il mosto, sebbene quest’ultima tecnica concedesse appena un anno di stoccaggio.
Insomma, il vino era una bevanda instabile che però, anche quando si acetificava, non veniva buttata: scendeva semplicemente lungo la scala sociale. Alla plebe, ai militari e agli avventori delle osterie, veniva servita la posca, un vino inacetito allungato con acqua. Ancor più scadente era la lora, vino inacidito ottenuto dalla sciacquatura delle vinacce.

La DOC del 1989

Oggi certi “recuperi” farebbero inorridire anche gli astemi. Eppure la cultura vitivinicola, seppure in maniera diversa, è sopravvissuta attraverso i secoli. Il Falerno, almeno fino alla filossera che ne decimò i vitigni nel 1800, era ancora considerato il vino dei vini. In tempi piuttosto recenti, sulla scia di un rinnovato interesse verso le colture antiche, il vitigno è stato recuperato, e il vino falerno DOC, secondo riconoscimento del 1989, è bianco ed è costituito al 100% da Falanghina.   

 


 

Fonti:

http://www.agoravox.it/Il-vino-e-la-mensae-della-Roma.html

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0064%3Aalphabetic+letter%3DF%3Aentry+group%3D1%3Aentry%3Dfalernus-ager-geo

http://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/territorio/item/6410-la-vera-storia-di-uno-dei-vini-pi%C3%B9-antichi-del-mondo-il-falerno.html

http://www.confraternitadelfalerno.it/

http://www.fratellidivino.com/blog-2/falerno-del-massico-mito-e-realta/

http://www.slowfood.it/slowine/2-500-anni-storia-non-sentirli-alla-scoperta-del-falerno-vigna-caracci/

 

Laureata in Lettere Moderne e in Informazione, Editoria e Giornalismo, è appassionata di letteratura contemporanea, scrittura, fumetto e nuovi media. Collabora come editor per diverse case editrici romane e come articolista per testate online.