Il lago degli Etruschi
Tracce di un'antica città, probabilemente sommersa da un cataclisma, punteggiano l'intero bacino del Lago di Bracciano
Si racconta di un’antica città sommersa all’improvviso dalle acque del lago di Bracciano – in antico lago Sabatino – a seguito di un cataclisma: Sabate.
Testimonianze antiche
Ad oggi, la testimonianza più antica ci viene fornita da Cluverio, uno storico e geografo tedesco vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo che, nella sua opera Italia antiqua, pubblicata nel 1624, riporta il testo di Sozione, personaggio non ancora identificato, secondo il quale le acque del lago, quando erano limpide, lasciavano intravedere sul fondale resti di edifici e di statue appartenute ad un’antica città sommersa a seguito di un violento cataclisma.
Non sappiamo a quale epoca appartenesse Sabate, probabilmente era di origine etrusca, e non sappiamo nemmeno dove fosse o se sia effettivamente esistita. Nel tempo sono state formulate varie teorie, ma nessuna attendibile e degna di nota, poiché nessuna è basata su dati scientifici certi. Abbiamo numerosi resti di ville romane e villaggi preistorici sommersi, testimonianze di fluttuazioni del livello delle acque avvenute nei secoli, ma nulla è pertinente ad una vera e propria città.
Piccole necropoli e centri abitati
Riguardo all’epoca etrusca, a Trevignano Romano, sulla sponda settentrionale del lago, troviamo un’area sepolcrale sviluppata a partire dall’VIII secolo a.C. fino al V secolo a.C. I reperti rinvenuti all’interno delle tombe rivelano una cultura materiale mista, per via della posizione geografica tra l’area falisca, veiente e cerite, testimoniando, quindi, rapporti di scambi economici e culturali. Nei dintorni doveva sorgere un importante centro legato all’estesa necropoli di cui, però, non si hanno tracce. Altre piccole necropoli sono state trovate intorno al lago, a poche centinaia di metri dalla riva.
L’epoca etrusca è ben documentata a Cerveteri, l’antica Caere, e negli scali marittimi di Alsium, Pyrgi e Punicum. Sono noti ritrovamenti anche presso i Monti della Tolfa, ricchi di giacimenti minerari.
Caere, in particolare, era un centro molto potente che nel VII e VI secolo a.C. crebbe condizionando parte dell’Etruria meridionale, come testimoniano, ad esempio, i ritrovamenti presso Trevignano Romano. A Bracciano, nella zona sud-occidentale, verso Cerveteri, a pochi chilometri dalla riva del lago, sono state notate tombe singole o piccole necropoli databili tra il VII e il IV secolo a.C..
La presenza di questi piccoli nuclei sepolcrali, a duecento-trecento metri di distanza tra loro, lascia supporre l’esistenza di piccoli insediamenti familiari dediti verosimilmente ad attività agricole e pastorali. Ciò sarebbe in linea con lo sviluppo agricolo che, a quanto sembra, in Etruria meridionale toccò il massimo splendore nel VI secolo a.C. e si mantenne apparentemente costante fino al III secolo a.C.
Sembra, quindi, che lo stanziamento umano sia stato particolarmente intenso durante l’epoca etrusca, come anche in epoca romana a partire dal periodo tardo-repubblicano fino ai primi due secoli dell’età imperiale.
Sono altresì importanti i sistemi di raccolta delle acque, opere di drenaggio e di regimazione di corsi d’acqua individuati nella boscaglia e presso i fossi.
Aree rurali attorno al lago
Nel panorama di sviluppo della città etrusca, la zona sud-occidentale di Bracciano poteva essere un’area rurale ove vivevano piccoli nuclei familiari che gestivano, in modo autonomo, medie o piccole “fattorie” dedite ad attività agricole e di allevamento, quindi si può supporre una capillare occupazione del territorio a partire dal VII secolo a.C., presumibilmente in nuclei organizzati da una autorità centrale che gestiva il territorio secondo una strategia economica e amministrativa incentrata sullo sfruttamento agricolo e pastorale, basata sul sistema economico gentilizio.
Il fatto che una delle principali città etrusche, l’antica Caere, si trovi a poca distanza, fa supporre che il settore in questione fosse sottoposto al suo controllo e che fosse occupato da insediamenti con prevalente vocazione agro-pastorale collegati tra loro da assi viari di comunicazione, sebbene non si possa escludere la loro dipendenza ad un altro importante centro etrusco limitrofo di cui si sono perse le tracce, forse Sabate.
Dal IV secolo a.C. cominciò un periodo di crisi delle città etrusche culminato nella conquista di Veio da parte di Roma, Caere continuò a vivere mantenendo la sua autonomia, fino alla sottomissione a Roma nel III secolo a.C., quando tutti gli insediamenti etruschi vennero poco a poco romanizzati.