Prigioniera di un’isola

Storia della regina fantasma sul lago di Bolsena

La storia di un’isola, della sua strana forma di mezzaluna, dei suoi misteri. La leggenda di una donna e del suo inquieto fantasma.

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La storia di Amalasunta, foto di Mauro Burchiani per gentile concessione di Fotogrà

La storia

Sono passati più di quaranta anni dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’immortale città di Roma sta vivendo in maniera inesorabile la sua rovina: scorrerie di popolazioni barbariche la rendono sempre più devastata e indifesa.
L’arrivo del re dei Goti Teodorico viene visto in quegli anni bui come una salvezza per la sofferente popolazione italica; da qui inizia la storia di una donna, di una madre, di una regina, Amalasunta.
La storia della regina dei Goti inizia a Ravenna; figlia dello stesso Teodorico, alla morte del re suo padre succedette il figlio Atalarico, che però per la sua giovanissima età fu sostituito dalla madre. La principessa, nella descrizione che ne fa Indro Montanelli nel suo Storie d’Italia «è una donna colta, bella e prepotente. Parla correntemente il latino e il greco, conosce i classici, ed è imbevuta di filosofia». Ha quindi, purtroppo per lei, tutte le doti per essere odiata dal suo popolo, rimasto gelosamente fedele alle tradizioni barbariche. Una donna che, grazie alla sua intelligenza e spiccata diplomazia, contribuì alla pace tra Goti, Romani e Bizantini.
Il figlio poi, gravemente malato, morì e Amalasunta divenne regina; con l’intento di rafforzare la sua posizione, si alleò poi con il duca di Tuscia, suo cugino, sposandolo, poiché la legge gota non concedeva alle donne la possibilità di poter governare senza consorte.
Il cugino finì poi per imprigionare la regina proprio sull’isola Martana nel lago di Bolsena dove, al terminare di aprile, fu strangolata o pugnalata, mentre faceva il bagno, da sicari mandati dai parenti di alcuni suoi nemici che in passato aveva fatto uccidere. Il suo corpo fu scaraventato senza vita fra le rocce della scogliera del lago di Bolsena. Una morte che di certo non passerà inosservata agli occhi dell’imperatore bizantino Giustiniano, amico e alleato della regina; si trasformerà in un pretesto che userà per poi scatenare la Guerra Gotica, facendo crollare il sogno di un nuovo impero costruito sulla tolleranza reciproca dei popoli che vivevano in Italia, come aveva sempre voluto la regina.

 

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Isola Martana

Le leggende

La leggenda della sua morte ha acceso fin dai tempi più antichi le fantasie delle popolazioni del lago di Bolsena.
Gli anziani del paese di Marta raccontano che la regina sia stata sepolta su una delle colline davanti all’isola, e nelle notti di luna piena molti credono che il suo spettro aleggi tra le rocce delle acque cristalline del lago: uno spirito di donna vestita con un abito bianco che sembra ondeggiare insieme alle onde e alle increspature dello specchio d’acqua.
I pescatori raccontano che, proprio nelle notti di plenilunio, strane luci circondano gli scogli dell’isola e, se negli stessi giorni soffia impetuosamente la tramontana tra le rocce, si possono sentire le urla strazianti di dolore e rabbia della regina dei Goti.
Recenti rilevamenti subacquei hanno confermato la presenza di una strada che anticamente collegava l’isola di Marta con la terraferma, un percorso che molto spesso, secondo la leggenda, la regina era solita percorrere nei suoi giorni di prigionia, passeggiando immersa nei suoi pensieri. Forse cercando di trovare una soluzione per poter evadere da quella sua gabbia d’oro e di tornare a sedere da legittima erede sul trono dei Goti.
Ancora oggi anche l’isola Martana, come la leggendaria Avalon, ha la sua dama, una regina perduta, che da più di mille anni sembra proteggere questo luogo misterioso dimorando nelle profondità del lago di Bolsena.

 


 

Laureato in Giurisprudenza, speaker e conduttore radiofonico nella webradio / webtv universitaria Radiophonica.com. Collabora con testate e magazine locali. Appassionato di fotografia, lifestyle e social media.