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Mirò colora il Trasimeno

Forme e segni di un Maestro dell’arte del Novecento

«È solo questo, una magica scintilla, che nell’arte conta», scriveva Miró.

Percorrere le sale che ospitano le opere di Miró a Castiglione del Lago significa esplorare l’intima relazione che l’artista catalano ebbe con i «libri d’artista» e scoprire il rapporto complesso tra testo e illustrazione. Palazzo della Corgna ospita fino al 4 novembre 2018 la mostra Joan Miró. Meraviglie grafiche 1966-1976, curata da Andrea Pontalti e organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group. Un itinerario nella creatività poetica di questo straordinario Maestro del Novecento.

 

 

70 opere grafiche appartenenti a quattro serie complete, che guideranno il visitatore alla scoperta di quell’alternanza di segni, versi e immagini vibranti di colori, per poi scoprire inattese visioni e libertà espressive che fanno di Miró l’incomparabile Maestro del Novecento di cui è difficile non innamorarsi. Nelle sue creazioni surrealiste le forme, i colori e lo straordinario alfabeto di segni sono il risultato della sua capacità di rinnovarsi alla luce di una visione globale dell’arte.

Viaggio tra le opere

Il visitatore ha la possibilità di immergersi in quattro serie realizzate dall’artista tra il 1966 e il 1976: Ubu Roi (1966), Le Lézard aux Plumes d’Or (1971), Maravillas con variaciones acrósticas en el jardin de Miró (1975) e Le Marteau sans maître (1976). Quattro capolavori che raccontano il sogno poetico di Miró, quella sua capacità di oggettivare le immagini della fantasia e di esprimerle attraverso un linguaggio assolutamente personale. Scriveva Miró: «Ho una certa esperienza per poter realizzare quello che si può definire fare un libro, non illustrarlo, che è sempre qualcosa si secondario. Un libro deve avere la stessa dignità di un’opera scolpita nel marmo».

 

 

Miró dialogò con l’opera di alcuni dei principali esponenti del mondo letterario del Dopoguerra. Nelle tredici coloratissime litografie di Ubu Roi ciascuna tavola è lavorata come una scena teatrale in cui forme e volumi sembrano potersi muovere liberamente. In Le Lézard aux plumes d’or Miró diventa illustratore di se stesso, mentre nelle illustrazioni di Maravillas con variaciones acrósticas en el jardin de Miró l’artista catalano si esprime con segni neri e vivaci macchie colorate dal forte impatto visivo. Infine, con il ciclo Le Marteau sans maître rende omaggio al poeta René Chair, una delle voci più importanti della letteratura francese del Novecento. Anche in questa serie Miró non rinuncia al colore, ma la scelta dell’acquatinta valorizza non la lucentezza dei cromatismi ma una delicata, modulata porosità delle superfici.

 

Le Lézard aux Plumes d’Or

 

Per maggiori informazioni: Palazzo della Corgna