Home / news  / cultura/turismo  / Sulla Strada del Vino dell’Alto Adige

Sulla Strada del Vino dell’Alto Adige

Alla scoperta del lago di Caldaro tra natura e percorsi enogastronomici

Il lago di Caldaro – il lago più caldo delle Alpi – a soli 20 chilometri da Bolzano, è fortemente legato alla tradizione vitivinicola della regione. Offre itinerari naturalistici, attività all’aria aperta e percorsi enogastronomici in un luogo tutto da scoprire: la Strada del vino dell’Alto Adige.

 

Lago di Caldaro

 

Il lago si estende in quello che fu un letto del fiume Adige, tra il massiccio della Mendola e il Monte di Mezzo. Luogo ideale per gli amanti della vela, del surf e della pesca – soprattutto da marzo a settembre – grazie al vento meridionale Ora, offre condizioni perfette e un clima ottimale. Circondato da vigneti e frutteti, è punto di partenza per visitare le località che si trovano lungo le sue sponde tra le quali, l’omonima Caldaro e Termeno, sono i centri principali.

Tra flora alpina e primavera precoce

A un’altezza di circa 500 metri, nell’area delle cosiddette buche di ghiaccio di Appiano si trova un’insolita flora alpina, che cresce normalmente a quote ben più alte. Il fenomeno è spiegabile grazie all’aria che entra tra le fessure dei cunicoli di porfido e crea un sistema di correnti che scendono verso il basso, consentendo la crescita di questa vegetazione. Nella vicina Valle della Primavera si può ammirare una fioritura precoce già da fine febbraio, quando ancora, nelle restanti aree della regione, la natura è ancora ben lontana dal raggiungere questo stato.

Saghe di montagna

Numerose sono le saghe e leggende del luogo. Una di queste racconta l’origine della formazione del lago di Caldaro. Si narra che Cristo si presentò sotto le spoglie di un vagabondo alla porta del maso Klughammer in cerca di un pezzo di pane e di acqua. Il padrone del maso si rifiutò di accoglierlo, dicendo che Dio fa piovere raramente. Il viandante iniziò a piangere a causa della cattiveria dell’uomo, fino a quando le sue lacrime formarono una piccola sorgente che, diventando un corso d’acqua, travolse tutto ciò che trovò, risparmiando però il maso Klughammer.

 

Museo del provinciale del vino, foto via Facebook

Una terra legata alla viticoltura

Nella zona di Caldaro si coltivano complessivamente 756 ettari di viti. Antichi vitigni, famiglie dedite da secoli alla coltivazione dell’uva e la presenza del Museo provinciale del Vino nel paese di Caldaro, testimoniano questo legame. Il Museo provinciale del Vino dell’Alto Adige è ospitato tra le antiche mura di quella che fu la cantina delle decime della signoria di Caldaro-Laimburg.
Intorno al 1880 il barone Di Pauli realizzò nei suoi ambienti sotterranei una cantina privata. Nel museo sono esposti antichi attrezzi e strumenti artigianali utilizzati dai bottai, insieme a numerosi recipienti d’epoca in legno e in vetro. Di particolare interesse è la mostra permanente sulla viticoltura altoatesina.
La parte più significativa del museo sono i suoi vitigni storici sudtirolesi, oggi, in gran parte, non più coltivati, come l’uva fragola bianca, la Blatterle e la Gschlafene, i cui acini possono essere direttamente colti e gustati dai visitatori in autunno.