Il colore rosa dei fenicotteri
Nell’Oasi Sale ‘e Porcus, una dieta raffinata tinge le loro piume
Ognuno di noi, osservando libri illustrati o fotografie naturalistiche, è stato abituato ad associare i fenicotteri alla tipica colorazione rosa, con sfumature che vanno dal corallo al fucsia. Immaginate la sorpresa di chi, visitando ad esempio uno zoo, si sia trovato di fronte fenicotteri color latte, se non di un bianco sporco. Ma i fenicotteri non erano tutti rosa?
In realtà quel colore così esotico è frutto della dieta raffinata di questi volatili nomadi. I carotenoidi contenuti nella corazza dell’Artemia Salina, a loro volta estratti dalle alghe di cui questo crostaceo si nutre, sono i veri responsabili del piumaggio non solo dei fenicotteri, ma anche dei gabbiani rosei che in Sardegna hanno fondato la loro prima colonia.
Nell’Oasi Sale ‘e Porcus di Oristano, nella parte occidentale della Sardegna, si è infatti creato un ecosistema tale da costituire un vero e proprio paradiso per gli amanti del birdwatching: ogni anno, a giugno, ben ottomila fenicotteri provenienti dall’Africa fanno tappa in queste lande prima di raggiungere la Camargue. Stazionano nelle acque basse dello stagno, che la calura estiva finirà per prosciugare del tutto, mangiucchiando i piccoli ma tenaci crostacei che abitano queste acque intollerabilmente salate fin dal tempo dei dinosauri.
Una curiosità: l’Artemia, la quale sopravvive da millenni grazie a uova, dette cisti (come i marchigiani Chirocefalo del Marchesoni, nel lago di Pilato, o il Chirocefalo della Sibilla del Laghetto di Palazzo Borghese) che si schiudono solo quando si ripresentano le condizioni adatte alla vita, negli anni Settanta veniva commercializzata come gioco per bambini con l’ingannevole nome di scimmia di mare: grazie ad un kit, la semplice acqua del rubinetto diveniva un ambiente adatto alla schiusa delle uova, generando degli esserini che tutto erano tranne che animali da compagnia.
Ma nell’Oasi sarda, questi animali svolgono una funzione fondamentale, assicurando nutrimento anche dopo l’evaporazione estiva e l’elevata salinità, destinata ad aumentare ogni anno a causa del fondale argilloso e dell’inesistenza di immissari. Rendono Sale ‘e Porcus un’oasi LIPU e una Riserva Naturale Orientata, riconosciuta dalla Convenzione di Ramsar come una delle più importanti zone umide d’Europa.